La Natura
All’inizio sembrava un gioco, uno dei tanti che l’Associazione Giochi di Natale propone ormai da venti anni. Oggi è una realtà consolidata che ci distingue e dà lustro, non solo all’Associazione ma a tutta l’isola d’Ischia. Infatti, il concorso nazionale di Poesia “ Ischia l’isola verde”, giunto alla dodicesima edizione, ha coinvolto, nel tempo, diverse centinaia di Poeti sparsi lungo la penisola, proponendo un’immagine della nostra isola che non si limita all’offerta di bellezze naturali associate all’oro liquido delle acque termali, ma che propone passione per l’Arte, nella fattispecie quella di Calliope, musa ispiratrice dei Poeti. Il concorso articolato in più sezioni prevede un tema libero e uno a dedica. Per il 2014 il tema a dedica è stato “La Natura” in tutte le sue sfaccettature. Il termine natura deriva dal latino natura, participio futuro del verbo nasci (nascere) e letteralmente significa “ciò che sta per nascere”, natura a sua volta deriva dalla traduzione latina della parola greca physis che aveva attinenza con il sostantivo phòs che vuol dire luce, implicando una connessione tra la vita e la luce.
La natura ha ispirato illustrissimi Poeti; solo per citarne alcuni, Montale, Pascoli, Leopardi; hanno incentrato le proprie liriche sul tema da noi proposto. Montale nei suoi sonetti faceva riferimento ad esempio agli “Ossi di Seppia”, il Pascoli cantava dell’alternarsi delle stagioni, che simbolicamente allude al‘’alternarsi della vita e della morte e il Leopardi, nei suoi versi, declamava la felicità derivante dalla “Quiete dopo la Tempesta”.
Con queste premesse, in dirittura d’arrivo, si sono distinte, tra le cinquantasette in concorso, diciannove poesie per le varie sezioni. Sabato 10 maggio, presso il chiostro di S. Francesco di Forio, dopo il vaglio di un’encomiabile Giuria, gli Autori, provenienti da tutta la penisola, hanno declamato le proprie Opere:
La Giuria era composta da: Presidente Preside Angela Procaccini, Avvocato Luciano Trifogli, Dottoressa Paola Casulli, Dottoressa Veronica Buono, Avvocato Michele Regine,Signora Rosa Rizzuto,
Ecco le vincitrici:
- A’ Luna Scurnosa di Immacolata Fricchione I Classificata.
Testo altamente poetico. Una grafia dell’anima a tratti tremula e straniante, “se guarda attuorn e dice: nunn c‘è sta na’ stella… ”, a tratti strettamente legata alla placenta dell’universo. Mai forestiera ma fortemente consapevole dell’appartenenza alla materia che, cogenerata allo spirito, ci “sporca” e ci rende serenamente scomposti in un contesto di amnesie storiche. Scollegati da tradizioni malinconiche quanto da schieramenti di qualsivoglia emozione, questi versi ci restituiscono alla tenerezza e allo stupore, all’amorosa curiosità per il brulichio della vita minuscola. Dai cieli notturni “senza rummore” all‘”ammore” come sentimento di gioia e felicità. Quel grande mosaico di tessere blu in cui tutto si ricompone e si quieta.
- Con levità di piuma di Fabiano Braccini II Classificata ex aequo.
Il contesto è autunnale. Frammenti di ricordi si materializzano all’improvviso. Complicità, amore, desiderio si manifestano in forme diverse ma sempre rese con garbo, senza mai infrangere quel riserbo, quella compassata pudicizia che connota il modo in cui il narratore osserva e descrive. Il leitmotiv della lirica è la levità, la leggerezza, quasi la trasparenza. Il lessico serve appunto a rendere tangibile e fruibile questo tema: “soffio, scia, sospiro, tepore, volute trasparenti, bisbigliare, piuma”, termini strumentali al motivo dominante della “levità”.
- Un muru iatu iatu di Paolo Lacava II Classificata ex aequo e I per il Dialetto.
L’uso del dialetto accentua l’intensità di questa splendida poesia che esprime in modo mirabile il passaggio dal candore della fanciullezza, con tutti i suoi sogni e aspirazioni, al disincanto della vita adulta che ci obbliga a confrontarci con la crudezza e le difficoltà dell’“arido vero” dove neppure nella fede l’autore vede la possibilità di un sicuro rifugio.
- La nostra pioggia di Ilaria Ferrandino IV Classificata ex aequo.
È il testo, bello e struggente, di uno sgomento. Uno sgomento che quando lo si percepisce come in questi versi, precipita in un vuoto infinito che fa male. E allora il poeta scrive. Scrive un mantra che vuole esorcizzare la catastrofe. Manca la pioggia e non si sente il fresco dell’acqua in una giornata assolata. E tuttavia questa pioggia che manca non è solo un po’ d’acqua che non c‘è più, ma un mondo intero di emozioni e sensazioni che scompare. Che “unisce le lacrime”, “inzuppa le ossa”, che si fa “stelle negli occhi”. Il poeta ben esprime il mistero di un significato molto più grande, quella soglia di fascinazione oltre la quale l’angoscia diventa concreta. A redimere e restituire speranza, solo un tenue filo d’erba, che lascia presagire la nota dolce e fresca di una goccia d’acqua che torna. E l’austerità di un testo, che dapprima racconta aridità e il senso di una mancanza, si apre, con uno squarcio improvviso quanto insperato, sul ritrovato giardino della vita.
- Lei di Giuseppe Magaldi IV Classificata ex aequo.
Lirica ispirata al tema più ampio e suggestivo dei tempi e della storia dell’uomo: l’Amore, in tutta la sua forza e nella fascinazione del suo donarsi, fino allo spasimo.
Ma anche l’Amore come paura di amare, di darsi. L’Amore, infine, come conoscenza, di sé e di Lei.
L’Amore, soprattutto, come “luce improvvisa” (Pedro Salinas)
- A Natura di Biagio Scognamiglio I Classificata sulla Natura.
Affascinante poesia in dialetto che condensa in sé l’esaltazione della natura e l’impietosa condanna dell’uomo che, sebbene beneficiato dalla stessa natura di qualità tali da renderlo superiore ad ogni altra creatura vivente, le spreca, perché ottenebrato dall’egoismo e dalla brama di potere. Magnifica la chiosa, fatalistica quanto condivisibile, che vede nella paziente natura la trionfatrice sull’inevitabile autodistruzione della razza umana.
- Onda di Giulia Rita Eugenia Forte II Classificata sulla Natura.
Il mare è il tema prescelto dall’Autore quale simbolo della grandezza della Natura, di cui l’onda spumeggiante rappresenta, con la sua forza e irruenza e con i suoi odori e colori, l’elemento più caratteristico e suggestivo. Su tutto – mare, esseri viventi, cose inanimate, natura terrena nel suo complesso – domina, come una divinità, il Sole, indispensabile fonte suprema di calore, luce, vita. E il tempo, dal corso inarrestabile, segna il passaggio dell’estate come metafora dell’inesorabile trascorrere dell’esistenza terrena o della caducità di tutte le cose a livello universale. Nulla è per sempre nel mondo della materia.
- Il potere della natura di Pina Conte III Classificata sulla Natura.
Il testo, definito dalla stessa Autrice “pensieri sparsi”, è uno svolgersi di riflessioni che portano il lettore dalla consapevolezza dell’incomprensione, dall’amarezza dell’orgoglio, alla rinascita attraverso “prepotenti raggi di luce, che s’infiltrano nella stanza”, metafora della forza della vita. È il tema della “résilience”, a livello umano e psicologico, che aiuta chi ha già in sé, nel proprio animo, energia vitale e positiva, a recuperare, nonostante le sconfitte e le delusioni, il rapporto con la vita, con l’Umanità. Poiché “solo la luce può sconfiggere l’oscurità” (Martin Luther King.)
- Mosaico cosmico di Nicolaj Corrado I Classificata Giovani.
Nell’originalità di contenuti e di espressioni spesso di stile romantico e con un ampio registro lessicale di nobile matrice classica, la lirica parte con una strofa di particolare intensità, il “nucleo caldo” del pensiero dell’Autore, e arriva alla conclusione con il segreto del vivere concentrato in una “sola goccia d’acqua”, quella però che ha “il potere di scavare la roccia”.
- Lilli corri di Mirko Leonardo Castaldi I Classificata Giovanissimi.
Questa lirica ha il soffio dell’infanzia, la leggerezza del vivere e dell’amore per la vita, qui identificato anche nell’amore per il cane Lilli, compagno di giochi e di vita. Assaporarla nella schiettezza e nell’armonia dell’espressione, è come tuffarsi nelle cose belle che rendono ancora bella la vita.
- Tra cielo e mare. Un sogno di Michela Pisani. Premio Giuria Popolare.
Hanno ricevuto menzioni i seguenti Autori:
- Avevo un sogno nel cuore di Anita Peloso Vallarsa Menzione speciale della Giuria.
Prendere un sogno e trasformarlo in vita vissuta e viceversa. Bellissimo testo che, come un’antica ballata, racconta delle piccole cose della vita. Un testo dove la natura fa da soffitto al gioco di ombre e luci nella stanza dei ricordi. Nostalgico il finale e, tuttavia, un’ardita quanto improvvisa spinta spalanca la porta di quella stanza in un nuovo soffio vitale. A sottolineare il ciclo di tutte le cose, l’idea che c‘è stato un tempo migliore, un tempo che però non si è mai compiuto del tutto, è rievocata nella quasi totalità dei versi. Ma il finale, come una piazza improvvisamente agitata dal vento che sparpaglia fogli di giornale, si apre sull’eternità e sul possibile in divenire. I rimpianti e la nostalgia svaniscono a vantaggio di una risonanza universale su nuove consapevolezze.
- Se tu fossi venuta al mondo di Gabriella Dalla Pietà Menzione speciale della Giuria.
È una poesia incentrata sul Desiderio e la delicatezza del Desiderio. Determinante il sintagma “Se tu fossi venuta al mondo” che apre le strofe e che diventa un refrain, il leitmotiv della lirica, che poi si apre e si snoda attraverso immagini di delicatezza e di Amore. La forza di questa lirica sta proprio nell’irrealtà della situazione agognata ma evidentemente mai verificatasi. Celebrazione dell’Amore materno, quindi, che riesce persino a consentire alla disperazione di sublimarsi in uno struggente ma sereno rimpianto di ciò che avrebbe potuto essere, ma purtroppo non è stato.
- E’ Sguerd di Giuseppe Cantoni Menzione speciale della Giuria.
Splendida e commovente questa lirica, incentrata tutta nello Sguardo del Nazareno, sugli effetti benefici che esso produce nel poeta, sulle sensazioni di mistero “doloroso e liberante”, un privilegio per chi l’ha assaporato e goduto. Il dialetto acuisce ancor più, nella naturalezza morbida del suo fluire, la sensazione di dolce languore e di serenità prodotta dallo “sguèrd”. Vivere ancora sull’onda del ricordo avvolgente di quel magico e malinconico sguardo è un privilegio.
- Cospirano i giorni di Clara Bianchi Diploma di Merito e Partecipazione.
Lirica profonda, che avvalendosi degli aspetti mutevoli delle stagioni e delle caratteristiche che la natura vi assume (l’assenza di colori e le tormente invernali cui fanno da contraltare il bianco candore dei mandorli e le soavi fragranze della primavera), descrive l’essenza della vita culminando in una visione al contempo speranzosa e gioiosa di trionfo dell’amore.
- Via Garampa di Giuseppe Cantoni Diploma di Merito e Partecipazione.
Un testo poetico, questo, dove dall’angolo dei ricordi il lampo vivissimo dell’infanzia dona una centralità illusoria, perché ormai lontana nel tempo, ma consolatoria nel suo essere guida in quel percorso dal passato al futuro attraverso il presente. Un’eredità che ci convince di essere diventati da poveri, ricchi e che, pur soli, illuminati appena da un piccolo cerchio di luce, siamo comunque sul palco dell’universo. Versi poetici che riescono a descrivere con ottima capacità visiva, la fragilità della nostra storia terrena. Fragilità nella voce, in un falò, nel temporale che dipinge il nostro essere uomini portatori di un senso di attesa e di affetto infine colmato. Quel desiderio di “spartire con noi un po’ di tempo, un po’ di vita e una vampata di calore”, come forza potente che tutti possediamo. Anche chi l’ha dimenticato.
- Napul agg’ pacienz di Vittoria Mariani Diploma di Merito e Partecipazione
Un canto dolce amaro, questa poesia bellissima. La ragione di un’attrazione oscura, forte, appassionata. La trasferta di un passaggio dalla mente al cuore che non prevede ostacoli o arresti di sorta. Un testo abilmente costruito come un pezzo teatrale dove la protagonista è Napoli. Questa terra frontiera, terra campo di battaglia, sofferta e povera, dove il male è drammaticamente archiviato e accettato così come viene. La donna che la canta, in un innamoramento perso e un po’ ribelle, se ne fa carico. Il dialetto utilizzato per il suo canto funge da strumento di abbattimento di ogni finzione, di ogni inutile orpello usato per nascondere una realtà screditata e reietta. Un testo che è fotografia di un matrimonio tra la donna e la sua città in una rivelazione che non ha bisogno di una conquista perché già “o core fa scintille”. Una poesia ricca di pathos che è insieme uno spaccato realistico di una Napoli decadente e bellissima fino a far male e di un amore per la città che supera ogni allusione alla sentenza di morte, forte della convinzione che il respiro sincopato del suo essere donna d’amore possa dare ancora anima, sogno e fascino.
- Il ragazzo allegro di Giovanni Mattera Iacono Diploma di Merito e Partecipazione.
Un saluto e un sorriso. Salutare e sorridere: due verbi che coniugano questa poesia. Profonda pur nella sua, solo apparente, semplicità. E per questo bellissima. Un sentiero metaforico punteggiato di rocce, come fossero le difficoltà della vita (gli aridi chicchi di sale come pure aride sono le strade), che man mano che si procede nel cammino, e dunque nella lettura, perde il suo aspetto asfittico per divenire suggestivi “cieli sereni”. Nel testo l’interessante reiterazione degli aggettivi (“aridi” e “acuti”), trova conferma espressiva e di contenuto nella ripetizione dell’aggettivo utilizzato nel plurale “acuti”. Per tre volte, che anche nel numero trova perfezione, descrive rispettivamente i nidi dei passeri, il protagonista stesso, “ciao ragazzo acuto”, e i cieli del casolare. Tre immagini, descritte nel medesimo aspetto, che altro non vogliono essere che l’apice di una preghiera di ringraziamento al creato o piuttosto quel saluto sornione che sa riconoscere la leggerezza fragrante della vita.
- Vela di Giulia Rita Eugenia Forte Diploma di Merito e Partecipazione.
Lirica che sintetizza in pochi versi, intensi e trascinanti, l’inscindibile connubio tra la vita e le forze primarie della natura (aria, acqua, terra) che, in continua sinergia tra loro, ci avvolgono, ci trascinano e ci conducono anche delicatamente nel corso della nostra esistenza. È evidente la metafora della vela e del mare per il percorso della vita, metafora che qui si arricchisce di contenuti personali e di immagini di libertà e poi di quiete finale: “Libero oceano è l’aria che respira/ porto calmo e sicuro la sua meta”.
- Le leggende non sentono che il mare di Massimo Colella Diploma di Merito e Partecipazione.
Sull’onda del Mare si sciorinano leggende. La poesia colpisce, affascina, nel suo misterioso svilupparsi d’immagini altalenanti tra “disegni” di vite, angeli, mostri. La storia del mondo? Forse, ma al di là di ogni spiegazione razionale, la lirica piace proprio per quel “Malentendu” (o fraintendimento) che permette ad ogni suo fruitore di leggervi quello che sente al momento, adattando i contenuti vaghi della lirica al suo vissuto, al suo sentire, alla sua situazione morale e psicologica: è la grandezza della poesia!
L’Associazione Giochi di Natale, portavoce della “Officina della Memoria” elegge ogni anno un personaggio che abbia dato lustro all’isola, ed ha inserito nell’antologia del dodicesimo concorso il Prof Cristoforo Mennella, antesignano meteorologo isolano, che ha scritto tra l’altro l’esauriente volume “Ischia, gemma climatica del mediterraneo”. A commemorarne la figura sono intervenuti il Prof Adriano Mazzarella, climatologo di Geo &Geo, il Prof Andrea Di Massa, testimone ed erede del patrimonio culturale del Mennella e l’Avvocato Nino D’Ambra, titolare del Centro Ricerche Storiche D’Ambra.
Ed ecco come i giovani valutano il concorso:
«La poesia, cosa potrei raccontare di essa? È una passione per chi riesce a cogliere il vero significato delle parole con gli occhi del cuore. Sin da quand’ero piccina ascoltavo mia nonna Elisabetta che leggeva e rileggeva le sue poesie, continuamente, e ogni volta dopo averle lette, mi diceva: “Ricorda, Michela, queste sono parole dettate dal Signore” Io non riuscivo a cogliere ciò che lei voleva dirmi, anche se alle volte la mia mente richiamava quelle parole. Il giorno che lei mori, ero molto triste e così all’improvviso sentii dentro di me una grande voglia di scrivere, così le dedicai una lettera molto bella con parole che forse non provenivano direttamente da me, ma come lei diceva “dal Signore”.Questa passione è nata grazie a lei, la mia dolce nonna, che mi ha lasciato un’eredità più grande delle cose materiali, mi ha trasmesso la capacità di esprimere la profondità del mio cuore, proprio come faceva lei. Quando scrissi la poesia “Tra il cielo e il mare. Un sogno” non ero ancora a conoscenza di questo concorso, capitò tutto per caso una domenica di Marzo, quando mi consigliarono di partecipare. Anche se era già tardi, mi iscrissi al concorso, sperando ovviamente di centrare l’obiettivo, anche se la mia autostima non mi aiutava a crederci. La sera del 10 maggio mia zia, che era presente alla cerimonia di premiazione, mi chiamò (ero con la scuola in visita al Papa Francesco) dicendomi che ero stata premiata come prima classificata per la sezione Giuria Popolare, tanta fu l’emozione che scoppiai a piangere per la felicità. Sentivo mia nonna vicina più che mai, la persona cui dedico la mia vittoria è lei che mi ha consigliato di affidarmi sempre nelle mani di Dio. Spero che queste mie parole raggiungano anche e sopratutto il cuore di ragazzi e ragazze che come me amano scrivere» Michela Pisani.
Gli interessati possono ottenere il libro in pdf richiedendolo a info@giochidinatale.it, oppure inviare un messaggio a face book: Giochi di Natale
Con l’auspicio che questo concorso sia stato di vostro gradimento, l’Associazione ringrazia i Poeti, la Giuria, il Club degli autori e i visitatori e dà appuntamento all’anno prossimo con il nuovo e intrigante tema: La Musica scadenza invio elaborati 28 febbraio 2015. Il nuovo bando è in elaborazione ma con piccole variazioni rispetto a quello 2014.
Luigi Castaldi |